Velature sovrapposte

Quando ti invitano a un “vernissage”, come mi è capitato alcuni giorni fa, pensi che dal punto di vista sociale se il pittore che espone è di un “certo” livello allora ti aspetti un evento mondano. Un appuntamento riservato agli intellettuali, agli artisti, dove collezionisti e critici disquisiscono di arte. Poi scopri che “vernissage” nome un po’ curioso deriva dall’usanza di qualche tempo fa, di invitare amici, mecenati e sostenitori ad assistere alla posa di una mano di vernice protettiva ai quadri in esposizione prima dell’inizio della mostra e ti senti ormai un “pesce fuor d’acqua”. A questo punto pensi che sarà meglio evitare di dare giudizi superficiali o lanciarsi in affermazioni affrettate sull’arte, dal momento che è assai probabile cadere in qualche gaffe.
Buona norma del mio galateo della comunicazione è quella di evitare di lanciarmi a sviscerare temi poco conosciuti per non trovarmi in situazioni imbarazzanti causate dall’incapacità di affrontare l’argomento. Questa regola dovrebbe anche applicarsi ai veri esperti. Non c’è nulla di più tedioso e antipatico dell’essere troppo critici o troppo poco entusiasti lasciandosi scappare a malapena complimenti forzati o, peggio ancora, gridolini manierati. Mi comporterò educatamente esprimendo le mie impressioni soffermandomi sulle opere che più mi avranno colpito positivamente. Parlerò di sensazioni ed emozioni. Mi lascerò influenzare dall’incanto del colore o del tratto e proverò a lasciarmi guidare dalla poesia che scaturisce dall’opera. Devo anche ricordarmi che, poichè l’artista è sempre presente, è bene salutarlo appena arrivata, magari dimostrando interesse o apprezzamento per qualche sua opera e successivamente congedarmi ringraziandolo per l’invito. Il bon ton consiglia: se al vernissage espone un giovane artista moderno, si possono indossare jeans e camicia oppure un maglione elegante. Se si tratta invece di un artista di alto calibro, con la presenza inevitabile di critici e giornalisti, sono d’obbligo giacca e cravatta per l’uomo e un abito da cocktail per le signore.
Qualcuno mi ha suggerito anzi consigliato, un breve ritardo non superiore ai quindici minuti, per permettere agli organizzatori di concludere i preparativi, io invece sono arrivata con molto anticipo, avevo paura di non trovare parcheggio. Di solito c’è sempre un rinfresco, organizzato nelle sale dell’esposizione, durante il quale, ovviamente, sarà bene non abbuffarsi. E qui devo dire che sono stata impeccabile, anche perchè non sarei riuscita ad avvicinarmi a qualsiasi drink o tramezzino, tanta era la folla che si accalcava attorno ai tavoli. Tanta gente che con aria noncurante sbocconcellava antipasti e tracannava bicchieri di prosecco elargendo giudizi e critiche sulle opere esposte. La serata si è rivelata al di sopra delle aspettative. Gli autori erano dieci e e con mio sommo piacere le quote rosa sono state ampiamente rispettate.
Ballerina
L’elegantissima vanessa
Che s’allontana e s’avvicina.
A questo fresco fiore di peonia,
è come una stupenda ballerina
che turbina magicamente
su un tappeto di fuoco e di profumo
sulla punta delle dita,
e, tra cuscini morbidi di rosa,
cade sfinita.
Eccola, s’avanza.
Tutta vestita di baci,
sulla peonia rossa di garanza;
agita i veli fantasiosi, e danza.
Corrado Govoni

Rosanna Di Corato
Novembre 23, 2018Ottima descrizione dell’avvenimento, c’ero, ma se non ci fossi stata avrei immaginato i personaggi e il luogo come tu hai illustrato. Come sempre brava Elena e grazie con queste righe hai reso ancora più importante per me il pomeriggio.